Alimentazione: è ossessione “ortoressia”

Ossessione per il cibo sano, focalizzazione non sulla quantità ma sulla qualità del cibo, concezione dogmatica delle credenze alimentari, rifiuto rigido e ossessivo di tutto ciò che non è ritenuto cibo sano, disprezzo per le persone che non seguono lo stesso stile alimentare. Si chiama “ortoressia” fenomeno ancora in fase di studio, ma che si sta dilagando. Simbolo del disagio della società contemporanea, complici a volte i mass media con bombardamenti di informazioni su cibi buoni e cattivi,  l’ortoressia spinge queste persone ad avere un comportamento ossessivo. E’ la paura degli effetti di certi cibi, per cui gli alimenti sono classificati impuri, salutari, giusti, dai quali si traggono benefici e in cibi tossici, contaminati, che vanno evitati rigidamente senza che questa convinzione corrisponda né a riscontri scientifici, né a un effettivo danno personale.

lf-facts-Orthorexia Foto: West

Il soggetto che ne è affetto vive l’illusione che tutta la salute passi esclusivamente attraverso il cibo e tutta la sua esistenza ruoti intorno all’alimentazione. Essa sembra in apparenza mossa dall’obiettivo di raggiungere uno stato di salute perfetto/ideale, ma questa “virtù” maschera vere e proprie forme d’ipocondria, paure ossessive di contrarre malattie ed essere contaminati. Chi soffre di ortoressia, controlla e seleziona i cibi in maniera spropositata rispetto ai rischi medici presunti, seguendo diete rigide e restrittive e auto-impartendosi regole e rituali fissi e rigidi come: ruminazione ossessiva sul cibo, ossia vi è l’idea costante del cibo che accompagna tutta la giornata di queste persone che pensano a quali cibi scegliere, a come prepararli e consumarli; pianificazione mentale dei pasti con diversi giorni di anticipo, per evitare i cibi ritenuti dannosi (contenenti pesticidi, coloranti, ingredienti geneticamente modificati o ricchi di zucchero o sale); impiego di una grande quantità di tempo nella ricerca, scelta e nell’acquisto degli alimenti a scapito di altre attività (leggendo e confrontando in modo ossessivo le etichette, le percentuali delle sostanze nutritive e dei componenti di ogni alimento, il valore calorico, i carboidrati, fino a coltivare in prima persona verdure e ortaggi); preparazione del cibo secondo procedure particolari e salutari (privilegiando alcuni metodi di cottura, utilizzando un certo tipo di stoviglie). L’evitamento di questi rituali comporta ansie e angosce, con ricadute psicosomatiche importanti per la salute (sensi di colpa, rabbia, indigestioni, nausea, vomito), viceversa, si provano sentimenti di maggiore autostima e superiorità.

overthinkingfoodFoto: Linkursore-Altervista

Ne derivano rischi conseguenti quali:

  • fisici, data la ristretta gamma di cibi ammessi, si arriva pian piano a privare l’organismo di nutrienti essenziali, asquilibri metabolici e a sindromi da malnutrizione;
  • sociali, la persona rifiuta gli inviti degli amici poiché non riesce a fidarsi della cucina che non sia solo la sua a causa della paura di essere contaminata;
  • psicologici, si insinuano dei pensieri ricorrenti e intrusivi sull’alimentazione sana, su cosa è salutare per il corpo e ad essi si associano comportamenti di controllo serrati che limitano la libertà di movimento. Il desiderio di consumare cibi sani quindi, non è inquietante in sé, ciò che segna il confine tra tale tendenza e il salutismo è che le scelte alimentari nel caso dell’ortoressia possono danneggiare uno o più aspetti della salute in senso globale.

Mangiare sano si deve, ma affidandosi a seri professionisti che, insieme al soggetto, creano il percorso più idoneo per il fabbisogno di quell’organismo.

Fonte: lascienzadelfitness


Bambini e sicurezza in spiaggia. I 10 consigli del pediatra

Dopo il pasto quanto tempo bisogna attendere prima di entrare in acqua?  In quale ora è preferibile far esprorre al sole i più piccoli senza alcun rischio? Cosa è preferibile bere per dissentarsi? A questi e tanti altri quesiti risponde il pediatra di Milano Italo Farnetani,  che regala ai genitori italiani la top ten dei consigli per una vacanza al mare coi bimbi in sicurezza. Vediamo di cosa si tratta.

1) Non è necessario attendere due ore dal termine del pasto prima di fare il bagno. Infatti, se l’acqua non è particolarmente fredda e il pasto non troppo abbondante, si può fare il bagno appena finito di mangiare. I bambini possono stare in acqua quanto vogliono, tanto appena sentiranno freddo, saranno loro stessi a voler uscire.

2) A parte il caso dei piccolissimi, è vero che dalle 12 alle 16 le radiazioni solari sono molto intense, ma considerando che in vacanza ci si sta una o due settimane, perciò per un tempo limitato, basterà applicare una crema solare protettiva per sfruttare al massimo i pochi giorni di ferie. Si deve applicare la crema protettiva anche quando si è già abbronzati: infatti non serve solo a evitare le scottature, ma anche a prevenire i danni provocati dal sole. Ricordando di spalmare bene la crema sulle orecchie e il collo.

3) Se il cappello dà noia si può non usare, basta bagnare frequentemente la testa. In genere il bambino fino a 6 mesi tiene il cappello in testa perché non riesce a stare seduto e così non ha le mani libere, poi se lo toglie perché gli dà fastidio. <<Allora è bene non insistere e lasciar perdere>>, suggerisce.

4) In estate si deve avere una particolare cura della pelle, perché sole, sudore e infezioni possono danneggiarla. <<Per difenderla va lavata spesso. Anche al bimbo piccolo il bagno va fatto una volta al giorno, ma spesso non basta: si deve lavare anche più volte in una stessa giornata, per rimuovere il sudore dalla pelle. Poiché sole e vento tendono a seccare la pelle si deve usare, almeno una volta al giorno, una crema emolliente e idratante. Questa andrà spalmata tre volte al giorno quando la pelle diventa ruvida, secca, indurita, screpolata, desquamata o arrossata>>.

5) Usare sempre le ciabatte quando si sta in piscina o si fa la doccia in luoghi pubblici. Si rischia di contrarre micosi o verruche. Vanno evitate le scarpe di gomma, perché con il sudore si macera la pelle dei piedi favorendo la formazione di micosi o infezioni batteriche. I sandali in plastica vanno bene, mentre contrariamente a quanto si pensa non vanno bene quelli in cuoio perché, durante la conciatura, possono essere stati usati prodotti in grado di dare reazioni. Via libera a infradito e sandali.

6) Quando è possibile, <<usare l’aria condizionata, sia in casa sia in auto. Si può utilizzare senza problemi anche di notte>>, anzi si otterranno tutti i vantaggi di un’atmosfera più gradevole e amica del sonno, ma è bene non regolarla in modo che sia troppo bassa.

7) L’aereo allevia molti disagi degli spostamenti, soprattutto quando sono molto lunghi. Tutti possono prendere l’aereo, anche i bambini appena nati, che possono andare anche in barca.

8) Il pomeriggio deve andare a dormire solo chi ha sonno, perché abituare il bimbo a stare sveglio a letto può favorire la comparsa dell’insonnia, che è il disturbo del sonno più diffuso. E’ opportuno anche non farlo dormire troppo al pomeriggio per evitare le difficoltà ad addormentarsi la sera.

9) Quando bambini e adolescenti non hanno fame, <<non vanno forzati a mangiare>>. In estate è prevedibile che abbiano meno appetito. Soprattutto nelle giornate afose bambini e adolescenti rifiutano i cibi caldi (per esempio il latte o il tè) anche per la prima colazione. Per evitare che saltino la prima colazione che, invece, è fondamentale basterà fargli scegliere ciò che vogliono. I genitori possono proporre yogurt, prosciutto e melone, succhi di frutta, latte freddo, eventualmente con cereali secchi. Per gli altri pasti è bene far scegliere ai bambini i cibi che gradiscono maggiormente. Il gelato può sostituire un pasto principale, per esempio merenda o spuntino di metà mattinata, o anche la prima colazione, <<ma non deve essere dato mai fuori pasto>>.

10) L’acqua è la bevanda ideale soprattutto d’estate. Va bene anche gassata e fresca. L’anidride carbonica contenuta nelle bollicine della minerale gassata ne rallenta la contaminazione da parte dei batteri, perciò è più difficile che d’estate si infetti. No, infine, alle bibite ‘ghiacciate’, <<anche se comunque il bambino direbbe che ‘pizzicano’ e non le berrebbe>>.

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Foto: funadress123.blogspot.com

Fonte: adnkronos


Melone: proprietà e calorie di questo frutto simbolo dell’estate

Il melone è un frutto ricco d’acqua, molto gustoso e di valori nutrizionali. Ci sono diverse varietà di melone, da quello giallo a quello verde, fino al melone cantalupo, dalla polpa giallo-arancione. Ma quali sono le sue proprietà? E quante calorie ha? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul melone, frutto simbolo, insieme all’anguria, dell’estate.

Melon Foto: eliquidukstore.com

Quante calorie ha?

E’ un frutto poco calorico che non contiene grassi. Per 100 grammi di porzione ha soltanto 34 calorie. È appena più calorico dell’anguria, che ha 30 calorie sempre per 100 grammi di prodotto. È ricco d’acqua, quasi il 95% del totale, il che lo rende molto dissetante.

melon-fruits Foto: beabeeinc.com

Le proprietà del melone

I sali minerali principali che contiene sono il ferro,  il fosforo, il calcio, ma si trovano anche magnesio e potassio. Oltre che di sali minerali, è ricco di vitamine A, B e C. La vitamina B è perfetta per la produzione di energia a partire dai carboidrati, mentre la vitamina A, presente nella forma di betacarotene, previene il formarsi dei radicali liberi e l’invecchiamento cellulare, facendo del melone un ottimo alimento disintossicante. Il melone contiene anche adenosina, un anticoagulante che impedisce il formarsi di grumi di sangue, prevenendo così infarti e ictus.  Grazie all’elevato contenuto di acqua, infine, è un ottimo diuretico, che fa bene ai reni.

4682 Foto: specialtyproduce.com

 

 


Punto vita: alcuni esercizi per snellirlo

Snellire il punto vita non è solamente questione di fitness: oltre al movimento, quello che occorre è anche una sana ed equilibrata alimentazione senza questa è inutile iniziare. Non pensate di fare solo addominali: è un comune errore. Se iniziate in questo modo rischiate di ottenere l’effetto opposto. Occorre prima  “asciugare” il fisico e poi “smaltire la pancetta”. Dopo, si può lavorare in modo specifico e mirato anche sullo snellimento del punto vita.

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Primo step: asciugare! Puntate sul circuit training: un lavoro ad alta intensità con almeno 6 – 10 esercizi da eseguire in serie senza pause tra l’uno e l’altro ma riposando solo alla fine del circuito. Per ottimizzare i risultati è ideale fare 3 allenamenti a settimana per almeno un mese. Oppure optate per un corso di Total Body: allenamento che ha lo scopo di allenare l’intera muscolatura del corpo che dà grandi benefici. Una volta “asciugato” il fisico potete eseguire 3 esercizi mirati per il vostro punto vita. Vediamo quali sono.

1) Zig zag supino si esegue in posizione supina con le gambe piegate e i piedi ben saldi a terra e le braccia aperte ben attaccate al pavimento. A questo punto, sollevate le gambe portandole leggermente verso il petto e iniziate a inclinarle prima dalla parte destra e poi dalla parte sinistra con un movimento ritmico simile a quello dello slalom nello sci. Fate attenzione a mantenere il busto ben appoggiato a terra, gli addominali contratti e ad accompagnare tutto il movimento aiutandovi con la respirazione. Eseguite almeno 3 serie di esercizi da 10 piegamenti per lato.  Volendo, per rendere ancora più effice l’esercizio, potete tenere la gamba di appoggio sollevata a un passo dal pavimento.

waist2 Foto: tarryhealth.com

2) Twist per realizzarlo partite dalla posizione in piedi, con le gambe leggermente divaricate e la schiena ben dritta. A questo punto alzate le spalle all’altezza delle braccia e, tenendo i piedi ben saldi a terra, iniziate a praticare delle torsioni, prima da un lato e poi da l’altro in maniera né troppo lenta né troppo veloce. Ripetete il movimento per almeno 20 volte per lato e per 3 serie. Se ce la fate utilizzate anche una sbarra con o senza carico.

abdominals-barbell_side_bend Foto: preventdisease.com

3) Side plank per eseguire il plank laterale sdraiatevi lateralmente sul tappetino mantenendovi in equilibrio su un gomito e spingete quanto più possibile il fianco verso l’alto. Trattenete la posizione per una decina di secondi dopodichè rilasciate e ripetete il movimento con l’altro fianco.

side_plank2 Foto: watermaniaclinic.com

 

 


Bambini al mare. Qualche consiglio per un bagno in sicurezza

Il mare è bello e piacevole, ma può nascondere insidie e pericoli anche quando è molto calmo.

running-beach-kids Foto: usseek.com

D’estate i bambini non vedono l’ora di entrare in acqua, ma basta un attimo perché il piccolo perda conoscenza in acqua e il problema non va sottovalutato neppure dove l’acqua è molto bassa. Tuttavia niente allarmismi: lasciate che i bambini si divertano, ma non distraetevi mai mentre sono in mare o in piscina anche se sono provvisti di braccioli.

3834173854_0b18fb4395 Foto: flickr.com

Ecco alcuni semplici consigli utili per evitare eventuali pericoli e godervi sole e mare in tutta sicurezza:

  • Per cominciare, prima di recarvi al mare fate in modo che il piccolo prenda confidenza con l’acqua. Anche una piccola piscina gonfiabile può rivelarsi utile.
  • I bambini dai 4 anni in su è bene che frequentino un corso di nuoto prima di andare al mare. Nella maggior parte delle città, le piscine organizzano spesso tutta una serie di corsi speciali per bambini molto piccoli in modo da abituarli al contatto con l’acqua e a non averne paura.
  • Scegliete sempre spiagge sorvegliate da bagnini.
  • Non fate mai fare il bagnetto al piccolo in presenza di bandiera gialla o rossa.
  • Insegnate loro che in mare si entra solo se muniti di braccioli.
  • Prestate molta attenzione se i bimbi fanno il bagno con salvagente, materassini o animali gonfiabili: possono allontanarli facilmente dalla riva.
  • Mai lasciare il bimbo da solo in acqua: anche un crampo o un’onda improvvisa possono causare problemi.
  • È inoltre importante che anche i genitori sappiano valutare bene le proprie capacità natatorie e la loro effettiva capacità di intervento in caso di eventuali pericoli.
  • Badate bene anche alla temperatura dell’acqua prima di far entrare il bambino in acqua: se è molto fredda e il piccolo è accaldato potrebbe rischiare uno shock termico. Fate quindi in modo che l’ingresso in acqua sia lento e graduale.
  • Mai fare il bagno in mare dopo aver mangiato: è necessario far passare almeno tre ore da un pasto completo e due da uno spuntino, anche se si tratta solo di un panino o un gelato.
  • Mai in acqua neppure dopo aver bevuto una bibita fredda.
  • Infine, prestate attenzione anche se i bambini non sono proprio piccoli e vietate loro di tuffarsi, soprattutto se l’acqua è bassa, e di giocare a rimanere sott’acqua in apnea: in entrambi i casi è molto pericoloso.

Three kids splashing water on a beach


Nuotare da piccoli. Ritorno alle origini

L’acqua è l’ambiente naturale dei neonati, in fondo hanno nuotato per “soli
nove mesi”. E questo legame con essa, se mantenuto nel tempo, ha effetti positivi sui bambini. E allora perché non continuare a praticare questa utile e bella attività motoria anche in età infantile?

Award-Winning-Water-Babies-Dorset_24610_image Foto: hotfrog.co.uk

Consigliamo, quindi, di incominciare con un corso neonatale ossia l’attività riservata ai neonati e che verte sostanzialmente nel mantenere la cosiddetta acquaticità, che è tipica del neonato. Il corso ha come obiettivo il rafforzamento del legame genitore-bimbo attraverso il gioco in piena libertà, ma anche far familiarizzare il piccolo con l’acqua, ovviamente senza regole o costrizioni. I corsi di acquaticità possono essere iniziati solo dopo i 3 mesi, dopo le prime vaccinazioni, quando il sistema immunitario è già sufficientemente maturo. Indispensabile è un inserimento graduale in modo che il piccolo si abitui poco alla volta all’assenza di gravità e si può continuare sino ai 3 anni: all’inizio con cadenza settimanale e poi anche bisettimanale.

Superata la fase neonatale si passerà all’ambientamento, dove il bambino imparerà a nuotare sotto forma di gioco e con l’ausilio dei braccioli fino ad arrivare all’apprendimento delle varie tecniche natatorie.

swimming-lesson-coaching Foto: covsf.com

Tuttavia molti bambini hanno il terrore dell’acqua e, spiace doverlo ammettere, ma spesso questa fobia viene trasmessa proprio dai genitori, anche se non ne sono consapevoli. Difficilmente i bambini molto piccoli nutrono avversione per l’acqua. Anzi, la riconoscono come elemento piacevole e familiare poiché hanno vissuto nel liquido amniotico nella fase prenatale. Eppure per molti il primo approccio può diventare fonte di timori. Cosa fare allora per evitarlo? Innanzitutto mai intimorirli con frasi del tipo: <<se non impari a nuotare puoi affogare>>, ma nemmeno mostrarsi troppo apprensivi quando i propri figli sono in acqua, trasmettendo loro solamente ansie e paure. In entrambi i casi il bambino vivrebbe l’esperienza in maniera negativa e difficile da gestire emotivamente. Meglio cercare di stimolare la curiosità dei piccoli visitando insieme la piscina, guardando e ridendo degli altri bimbi che nuotano.

In questo modo avrà il tempo di maturare l’idea di provare il nuoto. Ogni bambino ha una storia particolare con l’acqua e avrà bisogno dei suoi tempi di ambientamento per amarla. L’importante è che il nuoto e la frequentazione della piscina diventino per lui un’occasione di divertimento e non di terrore.

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Foto: capitaldistrictny.tumblr.com

La piscina, soprattutto d’estate, diventa un luogo di apprendimento e di divertimento per i bambini, che amano socializzare tra loro godendo in primis dei vantaggi di stare all’aria aperta. Per cui cari genitori fateli imparare a nuotare sin da neonati e fateli divertire!!


Addio a “Nemo”. Rischio estinzione per il pesce pagliaccio

Il pesce “Nemo” è a rischio estinzione a causa dello sbiancamento dei coralli che sta interessando le barriere coralline di tutto il pianeta e che, ad oggi, ha raggiunto livelli record nella barriera australiana. Ad affermarlo è uno studio internazionale secondo cui il famoso pesce pagliaccio, portato alla ribalta dal celebre cartoon della Disney, sia fra le specie che più di altre risentono di questo fenomeno.

Clown-Fish Foto: raredelights.com

Al mondo esistono 28 diverse specie di pesci pagliaccio che vivono per lo più nell’Oceano Indiano e nel Pacifico. Questi pesci trovano rifugio dall’azione dei predatori e reperiscono a loro volta il cibo proprio grazie ai tentacoli delle barriere coralline, e sono talmente tanto entrati in interazione con queste barriere da essere ormai capaci di riconoscere i coralli sani da quelli sbiancati. Ma questo non sempre accade: quando un qualunque pesce pagliaccio decide di rifugiarsi nel corallo sbiancato, finisce per divenire preda di una scarsa capacità di adattamento e per risultare così più vulnerabile ai suoi predatori.

Lo sbiancamento dei coralli destabilizza l’habitat naturale di “Nemo” esponendolo maggiormente al rischio di venire catturato dai predatori. Ecco quindi che questo fenomeno può provocare passo dopo passo l’estinzione del famoso pesce pagliaccio.

6a39018b-62e7-46ab-813a-97cae0de9ad4 Foto: playbuzz.com


Allarme pesce scorpione nel Mediterraneo. E’ velenoso

Ha già invaso le coste orientali degli Stati Uniti e i Caraibi e non si esclude che potrebbe diffondersi, a breve termine, nelle acque del Mar Mediterraneo un pesce tropicale molto invasivo e dannoso. Trattasi del pesce scorpione, Pterois volitans, una specie aggressiva sia per le attività commerciali, sia per la salute umana.

Common lionfish, Pterois volitans 1Foto: diverosa.com

A lanciare l’allarme è l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), che ha individuato esemplari del pesce scorpione nei mari della Turchia e di Cipro. I suoi aculei velenosi, sebbene raramente letali, possono causare nausea e vomito, crampi addominali, difficoltà respiratoria, paralisi degli arti, edema polmonare e ischemia del miocardio.


In forma con la fitball

La si vede di diversi colori e, se non la si conosce, si pensa sia una semplice palla da gioco. E invece no! Si chiama fitball e altro non è che una palla colorata in pvc ripiena d’aria, dal diametro e dalla circonferenza variabili e compresi tra i 55 e i 75 cm, adoperata per la salute (non a caso viene utilizzata spesso nella riabilitazione motoria) e la forma fisica.

FitballFoto: optimumhealthfleet.co.uk

Questo attrezzo, se impiegato nel modo corretto, procura tanti benefici quali:

  • aiuta il recupero post traumatico delle articolazioni;
  • migliora l’equilibrio e la postura;
  • stimola il sistema cardiovascolare;
  • è utile in gravidanza perché consente movimenti che facilitano il parto;
  • tonifica i muscoli;
  • favorisce il dimagrimento;
  • attiva costantemente i recettori propriocettivi dell’organismo.

Da utilizzare è semplice, se si possiede una ottima preparazione atletica e una buona consocenza dell’attrezzo per poter effettuare un allenamento globale; al contrario se si è alle prime armi è meglio affidarsi a un personal trainer. Per i neofiti è opportuno approcciarsi con esercizi basici quali:

  • Gambe e glutei: palla al muro, schiena completamente in appoggio sulla palla. Partendo dalla posizione eretta, piegare le gambe fino a formare un angolo retto, poi risalire. Inspirare quando si scende, espirare quando si sale. Effettuare 2 serie da 10/15 ripetizioni. QUADRICIPTI-SUQT-FIT-BAL-PARETE-AGFoto: evolutionfit.it
  • Addominali: supino (pancia in su), schiena (parte lombare) in appoggio sulla palla, piedi a terra e gambe leggermente divaricate. Mani dietro la nuca. Sollevare il busto verso l’alto, tenendo la testa appoggiata alle mani e lo sguardo rivolto verso l’alto (come per eseguire un crunch). Non portare il collo in avanti. Espirare in salita, inspirare in discesa. Effettuare 2 serie da 20 ripetizioni. crunch.300x250.23176Foto: abcallenamento.it
  • Petto e braccia: prono (pancia in giù), piedi sulla palla, mani a terra alla stessa larghezza delle spalle. Piegare le braccia portando il petto vicino a terra, poi risalire. Espirare in risalita, inspirare in discesa. Effettuare due 2 serie da 10/12 ripetizioni.siss-ball-push-upFoto: leanitup.com

Questi sono solamente alcuni dei tanti esercizi che si possono eseguire. Tuttavia la fitball non si utilizza soltanto per gli allenamenti ma, come già detto sopra, corregge anche la postura: non a caso la si consiglia in ufficio al posto della classica sedia da scrivania. Impiegata in questo modo, questo attrezzo permette di mantenere la curva naturale della bassa schiena (lordosi) evitando carichi ulteriori sulla colonna, dovuti alla posizione seduta prolungata.

wellness-ball-sedutaFoto: iltuoallenamento.it


Dieta e attività motoria: cosa mangiare prima e dopo

L’estate è ormai alle porte e molti temono la fatidica “prova costume”. Giugno è proprio il mese che fa da “prova del nove”: se abbiamo abbinato una corretta alimentazione al nostro workout non avremo nulla da temere, altrimenti dovremo prepararci a fare delle belle camminate in montagna e rinunciare, almeno per quest’anno, al mare.

Sapere cosa mangiare prima e dopo l’attività motoria è fondamentale per rendere il proprio allenamento più efficace possibile. Ormai, dovreste aver capito che andare in palestra può essere una sofferenza, ma è d’aiuto per perdere i chili in più. Bisogna, però, evitare di andarci a stomaco vuoto e, anzi, scegliere attentamente un’alimentazione pre workout che faccia andare d’accordo dieta e sport.

Cosa mangiare prima

La dieta per l’attività sportiva è fondamentale perché, da un lato, crea tutti i presupposti necessari al raggiungimento di una prestazione ottimale, dall’altro, permette un recupero post-allenamento più efficace.
Ma cosa mangiare prima del workout?
È importante selezionare degli alimenti che siano altamente digeribili, che abbiamo un’elevata densità energetica quali:

1) petto di pollo con riso integrale, che garantiscono molta energia e pochi grassi;

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​2) toast integrale dolce con un cucchiaio di miele o un toast integrale salato con fesa di tacchino e insalata, entrambi ricchi di fibre a lento rilascio;

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3) insalata di ceci in succo di limone, super proteica e senza grassi.

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Idealmente, il pasto deve avere circa 300 calorie e dev’essere consumato almeno tre ore prima dell’allenamento.
Come spuntino per l’allenamento, invece, sarebbe opportuno optare per un frutto come la banana che, ricca di potassio, protegge i muscoli durante la prestazione fisica. Assicuratevi di mangiarlo almeno mezz’ora prima dell’inizio dell’allenamento.

Cosa mangiare dopo

Cibarsi dopo l’attività motoria è fondamentale, contrariamente a quanto si pensa, ossia che subito dopo l’allenamento sia sbagliato mangiare perché tutte le calorie appena bruciate vengono reintegrate. Invece, mangiare dopo l’allenamento è l’unico modo per aumentare i risultati ottenuti durante “la fatica”. L’importante è saper scegliere gli alimenti giusti. Quello che proponiamo vale, come sopra, soltanto come spunto e non come vademecum.

1) salmone al forno con asparagi;

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2) tagliata di vitello con pomodori e rucola;

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3) insalata di pomodori, cetrioli, feta e olive;

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4) bresaola con olio d’oliva, succo di limone, rucola e grana.

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