Monthly Archives: settembre 2014

Giornata mondiale per il cuore

Si celebra oggi, lunedì 29 settembre, in Italia e nel mondo, la Giornata Mondiale per il Cuore, promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore – www.fondazionecuore.it  – in collaborazione con Conacuore (associazione dei pazienti), la Federazione Italiana di Cardiologia, e con il patrocinio di società scientifiche, sportive, associazioni ed enti aderenti.

La prevenzione, la cura delle malattie cardiovascolari e la salute del cuore e dei vasi rimangono ancora una volta al centro dei programmi sanitari nazionali, come già ribadito dal Ministero della Salute in occasione degli Stati Generali della Salute svoltosi a Roma. Ma l’invito ad affrontare la salute dei cittadini con un approccio globale, ponendo l’attenzione sui corretti stili di vita che favoriscono la riduzione dei fattori di rischio e delle cattive abitudini, causa principale delle malattie cardiovascolari, è rinnovato anche dal tema Nutrire il Pianeta in occasione dell’EXPO 2015.

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Ambizioso e rilevante pure l’obiettivo lanciato dall’Organizzazioni Mondiale della Sanità: “25by25”, ovvero ridurre nel mondo entro il 2025 il 25% dei decessi prematuri causati dalle malattie cardiovascolari.

I dati relativi ai decessi prematuri causati dalle malattie cardiovascolari, ictus compreso, parlano chiaro, procurando allarme sia a livello mondiale che nazionale: 17,3 milioni di morti premature nel mondo, che per il 2030 si prevede aumenteranno a 3 milioni, mentre in Italia riguardano ogni anno 127.000 donne e 98.000 uomini, molti dei quali prima dei 60 anni d’età.

Numeri che confermano l’importanza di porre al centro dei programmi sanitari italiani la prevenzione e la cura di queste malattie. Un invito che la Fondazione Italiana per il Cuore, in occasione della GMC, rivolge all’opinione pubblica con un’attenzione particolare a donne e ragazzi. Lo scopo è di affrontare la salute dei cittadini con un approccio globale, sensibilizzandoli sulla prevenzione responsabile e ponendo l’attenzione sui corretti stili di vita capaci di ridurre quei fattori di rischio che sono la causa principale delle malattie cardiovascolari.

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Tantissime, le attività e gli eventi di prevenzione aperti al pubblico in tutta Italia, oltre a screening gratuiti, visite specialistiche e incontri dove saranno affrontati i temi inerenti la salute del cuore, e distribuiti prodotti omaggio e opuscoli informativi.

Fonte: www.fondazionecuore.it


Quando il bimbo ha paura dell’acqua

Spiace doverlo ammettere, ma spesso la paura dell’acqua viene trasmessa proprio dai genitori, anche se non ne sono consapevoli. Difficilmente i bambini molto piccoli nutrono avversione per l’acqua. Anzi, la riconoscono come elemento piacevole e familiare poiché hanno vissuto nel liquido amniotico nella fase prenatale. Eppure per molti il primo approccio può diventare fonte di timori. Cosa fare allora per evitarlo?

Insieme a un genitore con il corso neonatale

Papà e mamma potranno decidere chi dei due è più adatto ad accompagnare il bimbo nella sua prima avventura acquatica grazie al nuoto neonatale, ossia l’attività che si svolge in acqua riservata ai neonati e che verte sostanzialmente nel mantenere la cosiddetta acquaticità, che è tipica del neonato. Ha come obiettivo il rafforzamento del legame genitore-bimbo attraverso il gioco in piena libertà, ma anche far familiarizzare il piccolo con l’acqua, ovviamente senza regole o costrizioni. I corsi di acquaticità possono essere iniziati solo dopo i 3 mesi, dopo le prime vaccinazioni, quando il sistema immunitario è già sufficientemente maturo. Indispensabile è un inserimento graduale in modo che il piccolo si abitui poco alla volta all’assenza di gravità e si può continuare sino ai 3 anni: all’inizio con cadenza settimanale e poi anche bisettimanale.

Award-Winning-Water-Babies-Dorset_24610_imageFoto: hotfrog.co.uk

Il neonatale ha grandi vantaggi sia per il bambino, sia per il genitore; vediamoli insieme: l’immersione lo calma e lo rilassa anche perché gli ricorda le piacevoli sensazioni della vita intrauterina. L’acqua esercita un benefico micro-massaggio sulla pelle e stimola movimenti dolci che rilassano la muscolatura; il movimento provoca la liberazione nell’organismo di endorfine, sostanze che regalano benessere e serenità. L’appetito migliora e anche il sonno è più profondo e tranquillo; favorisce lo sviluppo fisico e motorio; il piccolo impara a essere autonomo anche in ambienti diversi dall’acqua; in acqua i genitori si sentono più liberi e trovano nuovi modi per giocare e comunicare con il piccolo migliorando l’intesa reciproca. Se la mamma per esempio non ha familiarità con l’acqua oppure è di carattere ansioso, le sue ansie e paure verranno percepite immediatamente dal bambino che tenderà a sviluppare un atteggiamento negativo e a rifiutare il contatto con l’acqua, sia il mare sia in piscina. Invece il genitore che si sente più sicuro può affiancare fin dai primi mesi di vita il piccolo aiutandolo a familiarizzare con l’acqua attraverso il gioco. È importante procedere con gradualità rispettando i tempi del bambino.

Superata la fase neonatale si passerà all’ambientamento, dove il bambino imparerà a nuotare sotto forma di gioco e con l’ausilio dei braccioli fino ad arrivare all’apprendimento delle varie tecniche natatorie.

Website cover pageFoto: svjcc.org


Paura dell’acqua? Ecco come sconfiggerla

Vorreste tanto imparere a nuotare, ma il terrore dell’acqua vi paralizza? Niente paura affidatevi ad un bravo istruttore e vedrete che progressi.

Anzitutto non bisogna vergognarsene; magari avete vissuto un episodio spiacevole da bambini (vi si è sgonfiato il salvagente oppure un’onda vi si è rovesciata sulla testa) o più semplicemente i vostri genitori, un po’ troppo apprensivi, non vi hanno messo a vostro agio. Non arrendetevi: si può rimediare, basta affidarsi ad un istruttore brevettato FIN, competente e paziente.

Adult-Swimming-Lessons-TorontoFoto: cardiotrek.ca

Per i primi passi, meglio con acqua bassa e riscaldata

La vasca in cui cominciare il percorso deve avere l’acqua bassa e tiepida. E, prima di entrare, è opportuno fare una chiacchierata. Parlare delle proprie paure, scaricare l’ansia è un buon inizio per stabilire un rapporto di complicità e fiducia. Poi la persona viene presa per mano ( è importante il contatto fisico, che infonde sicurezza) e condotta a bordo piscina.

Piano piano si entra cominciando a camminare nella zona più bassa. Le mani del trainer non si staccano nemmeno nello step successivo: il galleggiamento verticale. Infine ci si separa: l’aspirante nuotatore si affida al corrimano a bordo vasca arrivando ad usare fettucce e tubi.

Una volta che ci si trova a proprio agio in vasca, si passa alla fase “immersioni”. Prima solo il viso, poi la testa;  quindi il passo successivo, quello forse tra i più critici: si abbandona la fase di appoggio e si passa al galleggiamento supino e prono. Le mani dell’istruttore, a questo punto, sono solo di sostegno.

53b1c34d2a065.preview-620Foto: host.madison.com


Pilates. Tutti i benefici

La forma fisica e mentale non sempre è facile da recuperare, ma se ci affida all’esperienza di professionisti il traguardo è sicuramente più vicino. Una delle attività motorie che meglio soddisfa  il maggior numero di esigenze è il Pilates, che non si limita alla tonificazione muscolare ma interviene su postura, rieducazione post traumatica, equilibrio e presa di coscienza del corpo.

zoshoa022013Foto: fitnessnetwork.com.au

Varianti del Pilates

Non esiste un unico tipo di Pilates, anzi, negli ultimi anni sono nate diverse varianti, per esempio l’aeropilates (il pilates in aria che permette di eseguire delle vere e proprie acrobazie); il pilates per le donne in gravidanza; quello unito allo yoga con l’utilizzo di macchinari che è più lento, ma non meno ritmico. Ma quali sono esattamente i vantaggi a livello fisico?

Vantaggi fisici

I vantaggi fisici che apporta questa specialità sportiva sono vari: innanzitutto bisogna menzionare il rafforzamento dei muscoli degli arti e l’apprendimento della respirazione, in quanto gli esercizi vengono eseguiti lentamente, viene inoltre consigliato dagli psicologi alle persone che soffrono di ansia. Il trucco di questa attività sta proprio nel fatto che ci muoviamo quasi senza rendercene conto perché ci muoviamo quasi senza rendercene conto. Inoltre è molto consigliato per muoverci dopo la gravidanza.

mindbody122012Foto: fitnessnetwork.com.au

Diverse tecniche

Questo metodo di ginnastica combina molte tecniche: balletto, yoga, ginnastica classica. Le posizioni corporali sono molto chiare e precise e, grazie ad esse, il corpo si abitua ad assumere una postura corretta anche nella vita quotidiana. Stabilire esercizi in maniera equilibrata favorisce inoltre la concentrazione. Il rilassamento è quindi un fattore estremamente importante del pilates che è perfetto per calmare i nervi e mantenere la nostra mente più attiva ma allo stesso tempo rilassata. Infine, altri benefici riguardano il miglioramento della flessibilità muscolare sia delle gambe che delle braccia nonché un miglioramento dell’equilibrio per tutte le parti del corpo.

Fonte: sport.uncome.it


Nuove regole per i certificati medici sportivi

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha firmato nuove linee guida di indirizzo in materia di certificati medici che si applicano agli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole al di fuori dell’orario di lezione, a coloro che fanno sport presso le società affiliate alle Federazioni sportive nazionali e al Coni (ma che non siano considerati atleti agonisti) e a chi partecipa ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.

Rimane non obbligatorio ma facoltativo, dato che molte palestre ancora lo richiedono, il certificato per chi fa attività ludico-motoria.

Coloro che praticano attività sportive non agonistiche si devono sottoporre a controllo medico annuale e per ottenere il rilascio del certificato è necessaria l’anamnesi e l’esame obiettivo con la misurazione della pressione e di un elettrocardiogramma a riposo.

Per coloro che hanno superato i 60 anni e che associano alti fattori di rischio cardiovascolare, è necessario un elettrocardiogramma basale debitamente refertato annualmente, come anche per coloro che, a prescindere dall’età, hanno patologie croniche conclamate che comportano un aumento del rischio cardiovascolare.

I certificati per l’attività sportiva non agonistica possono essere rilasciati solo dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta o dal medico specialista in medicina dello sport.

Il costo degli accertamenti è sempre a carico del cittadino.

Nei prossimi giorni il ministro della salute Beatrice Lorenzin molto probabilmente terrà una conferenza stampa dove spiegherà dettagliatamente le nuove linee guida già entrate in vigore inerenti i certificati medici per attività sportive.

ministro-beatrice-lorenzinFoto: minturnet.it

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin

Il decreto legislativo sui certificati medici sportivi si è reso necessario secondo la titolare del dicastero della salute per cercare di mettere un po’ d’ordine nell’ambito delle attività sportive.

Fonte: Agenzia di stampa ASCA


Lo sport giusto da piccoli per prevenire malattie da grandi

Praticare fin dai primi anni di vita giochi o attività sportive, di squadra o individuali, può aiutare anche a prevenire condizioni croniche da adulti. Ma non solo: <<l’80% dei bambini con malattia cronica possono praticare un’attività fisica che può essere anche parte del piano terapeutico. Perché lo sport produce un incremento dell’autostima tale da superare molte delle difficoltà che una malattia crea>> – spiegano gli esperti dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Per i più piccoli il rientro dalle vacanze spesso coincide con la scelta dello sport da praticare durante l’anno, mentre i più grandi, in genere, proseguono l’attività decisa in precedenza.

Website cover pageFoto: svjcc.org

Le indicazioni degli esperti dell’ospedale prevedono che l’attività nei primi 4-5 anni di vita debba favorire la conoscenza del proprio corpo nello spazio. In seguito, si possono cominciare a praticare anche sport più specialistici e di squadra. Fondamentale la certificazione medico-sportiva: riguarda anche i piccoli pazienti affetti da malattie croniche che vogliono praticare lo stesso un’attività fisica. Secondo gli specialisti del Bambino Gesù: << ai bambini già in età prescolare si può proporre il nuoto. Uno sport completo, che viene praticato fin da piccoli poiché per il bambino l’acqua è l’ambiente più naturale e congeniale. Oltre a questo – osservano – fino ai 7-8 anni sarebbe opportuno praticare attività quali atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci) o ginnastica. Quelle in cui il piccolo impara ad utilizzare il proprio corpo nello spazio e migliora la coordinazione neuromotoria>>.

slideshow-kids-960x380Foto: h2okidszone.org

Le discipline sportive collettive (calcio, pallavolo, pallacanestro, pallanuoto, rugby, pallamano e hockey) sono in genere apprezzate dai bambini sopra i 7 anni poiché coniugano impegno atletico, aspetto ludico e spirito di squadra. Collaborare tutti assieme per raggiungere il risultato, è un messaggio che viene codificato a partire da questa fascia di età e non prima. Gli sport individuali (ginnastica, sci, nuoto, ciclismo, canottaggio, scherma, arti marziali, eccetera) richiedono la capacità di resistere alla fatica, la capacità di concentrazione, il senso di responsabilità.

Kids-Mini-Water-Polo-Eager-Beaver-Swim-School-199x300Foto: eagerbeaverswimschool.com

Oltre i 9-10 anni ci si può accostare anche a discipline più specializzate, che richiedono anche il contemporaneo utilizzo di un attrezzo, come avviene ad esempio nella scherma, nel tennis e nel tiro con l’arco. Nel caso di sport che sollecitino in modo particolare la schiena (ad esempio la danza e la ginnastica artistica) è utile abbinare una pratica in grado di ‘compensare’ e ridistribuire l’impegno.

<<Un passaggio fondamentale – spiega Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – è quello della certificazione medico-sportiva. Abbiamo una legge molto efficace, integrata da regolamenti regionali, che oltre al medico dello Sport, assegna anche al pediatra di famiglia e al medico di base (sempre con costi contenuti) il compito di rilasciare il certificato non agonistico. E’ invece compito esclusivo del medico dello sport rilasciare la certificazione agonistica. Perseguire uno stile di vita corretto attraverso l’attività sportiva – continua – è considerato un obiettivo così importante, che in numerose Regioni tutti i test a pagamento previsti per il rilascio della certificazione agonistica sono esenti dal ticket fino ai 18 anni>>.

L’ospedale Bambino Gesù ha predisposto da tempo una struttura di Medicina dello sport dedicata alla valutazione funzionale e alla certificazione medico-sportiva di piccoli pazienti affetti da varie patologie croniche quali, ad esempio, cardiopatie congenite operate e non operate, malattie oncologiche, renali, polmonari o neuromuscolari. <<In questo modo – sottolinea Turchetta – si permette ad oltre l’80% dei bambini con malattia cronica di praticare un’attività fisica che può essere anche parte del piano terapeutico>>.

Non c’è uno sport specifico da consigliare ad un bambino affetto da malattia cronica: <<si cerca di seguire le inclinazioni e le aspirazioni del bambino evitando quelle che possano essere le attività pericolose in rapporto alla malattia. Per esempio: un bambino portatore di pace-maker dovrà evitare gli sport di contatto (tuffi, arti marziali, rugby ecc.) così da non rischiare eventuali traumi sul dispositivo. Potrà invece praticare in sicurezza il tennis, sport nel quale gli atleti sono separati da una rete e non si prevedono contatti fisici>>.

Fonte: Adnkronos News


Le regole del bon ton in una Spa

Chi frequenta abitualmente le Spa sa che esiste una sorta di bon ton, una serie di regole non scritte alle quali è opportuno attenersi per far sì che il soggiorno risulti il più gradevole possibile per tutti.

Innanzitutto è bene ricordare che puntualità e precisione sono essenziali. Il tempo dedicato alle coccole e al relax è solitamente compresso e nessuno intende perdere nemmeno un secondo di benessere. Quindi è importante fissare con anticipo il trattamento desiderato e arrivare in perfetto orario o qualche minuto prima.

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D’obbligo avvisare con almeno 24 ore di anticipo, se un contrattempo vi costringe a rinunciare all’appuntamento. Anche se si tratta di un impegno dell’ultimo minuto, sappiate che dovrete pagare comunque il 50% della mancata seduta.

Solitamente la Spa fornisce il kit necessario (accappatoio, ciabattine e così via, escluso il costume naturalmente). In ogni caso, limitate il contenuto della borsa, così entra più facilmente negli armadietti.

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