La ginnastica posturale aiuta ad alleviare i dolori che durante la giornata impediscono, a volte, di lavorare, allenarsi e perché no anche a compiere semplici gesti quotidiani quali lavare i pavimenti o raccogliere un oggetto da terra. Lombalgia, dorsalgia, sciatalgia, lombocruralgia, cervicobrachialgia, cervicalgia, patologie vertebrali, tanti nomi che si possono riassumere in uno solo: mal di schiena. Chi non ne ha mai sofferto almeno una volta nella vita!
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Il mal di schiena è molto diffuso non solo tra anziani con osteoporosi o adulti con problemi vertebrali, ma anche tra giovani sani che usano male la loro colonna vertebrale assumendo atteggiamenti scorretti al lavoro, in aula, in palestra. Oltre a posture e movimenti scorretti, a causare il dolore possono essere stress, forma fisica insufficiente o sovrappeso.
Tre concause che possono essere facilmente eliminate con un’attività fisica mirata quale la ginnastica posturale. Tuttavia quando il dolore è molto intenso è possibile trattare la zona interessata attraverso la Tens, la Tecarterapia e la mobilizzazione passiva del tratto lombare con esercizi di STRETCHING e TRAZIONE VERTEBRALE per dare la possibilità alla muscolatura di distendersi e allungarsi al meglio.
Quando e quanto è consigliato praticare la ginnastica posturale
Le lezioni sono di tipo individuale, in modo tale da sviluppare un programma personalizzato sull’individuo, in base alle sue necessità. Prima di incominciare le lezione è opportuno sottoporre il bambino ad un’analisi posturale attraverso l’utilizzo di due apparecchiature: Postural Bench e Pedana Stabilometrica. La postural Bench è una macchina che attraverso sensori a pressione, permette di osservare le tensioni delle catene muscolari posteriori che sono la causa delle torsioni a livello dei tratti dorsale, lombare e sacro-iliaco. La Pedana Stabilometrica invece, ci permette di analizzare il baricentro del paziente e quindi i disordini che esso provoca se è fuori asse quando egli è in posizione eretta. Ciò significa che viene valutata la posizione del paziente in ortostasi (in piedi) ovvero se la sua postura è più spostata in avanti, indietro o lateralmente, oltre alla valutazione degli arti anteriori.