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Paura dell’acqua? Ecco come sconfiggerla

Vorreste tanto imparere a nuotare, ma il terrore dell’acqua vi paralizza? Niente paura affidatevi ad un bravo istruttore e vedrete che progressi.

Anzitutto non bisogna vergognarsene; magari avete vissuto un episodio spiacevole da bambini (vi si è sgonfiato il salvagente oppure un’onda vi si è rovesciata sulla testa) o più semplicemente i vostri genitori, un po’ troppo apprensivi, non vi hanno messo a vostro agio. Non arrendetevi: si può rimediare, basta affidarsi ad un istruttore brevettato FIN, competente e paziente.

Adult-Swimming-Lessons-TorontoFoto: cardiotrek.ca

Per i primi passi, meglio con acqua bassa e riscaldata

La vasca in cui cominciare il percorso deve avere l’acqua bassa e tiepida. E, prima di entrare, è opportuno fare una chiacchierata. Parlare delle proprie paure, scaricare l’ansia è un buon inizio per stabilire un rapporto di complicità e fiducia. Poi la persona viene presa per mano ( è importante il contatto fisico, che infonde sicurezza) e condotta a bordo piscina.

Piano piano si entra cominciando a camminare nella zona più bassa. Le mani del trainer non si staccano nemmeno nello step successivo: il galleggiamento verticale. Infine ci si separa: l’aspirante nuotatore si affida al corrimano a bordo vasca arrivando ad usare fettucce e tubi.

Una volta che ci si trova a proprio agio in vasca, si passa alla fase “immersioni”. Prima solo il viso, poi la testa;  quindi il passo successivo, quello forse tra i più critici: si abbandona la fase di appoggio e si passa al galleggiamento supino e prono. Le mani dell’istruttore, a questo punto, sono solo di sostegno.

53b1c34d2a065.preview-620Foto: host.madison.com


Lo sport giusto da piccoli per prevenire malattie da grandi

Praticare fin dai primi anni di vita giochi o attività sportive, di squadra o individuali, può aiutare anche a prevenire condizioni croniche da adulti. Ma non solo: <<l’80% dei bambini con malattia cronica possono praticare un’attività fisica che può essere anche parte del piano terapeutico. Perché lo sport produce un incremento dell’autostima tale da superare molte delle difficoltà che una malattia crea>> – spiegano gli esperti dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Per i più piccoli il rientro dalle vacanze spesso coincide con la scelta dello sport da praticare durante l’anno, mentre i più grandi, in genere, proseguono l’attività decisa in precedenza.

Website cover pageFoto: svjcc.org

Le indicazioni degli esperti dell’ospedale prevedono che l’attività nei primi 4-5 anni di vita debba favorire la conoscenza del proprio corpo nello spazio. In seguito, si possono cominciare a praticare anche sport più specialistici e di squadra. Fondamentale la certificazione medico-sportiva: riguarda anche i piccoli pazienti affetti da malattie croniche che vogliono praticare lo stesso un’attività fisica. Secondo gli specialisti del Bambino Gesù: << ai bambini già in età prescolare si può proporre il nuoto. Uno sport completo, che viene praticato fin da piccoli poiché per il bambino l’acqua è l’ambiente più naturale e congeniale. Oltre a questo – osservano – fino ai 7-8 anni sarebbe opportuno praticare attività quali atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci) o ginnastica. Quelle in cui il piccolo impara ad utilizzare il proprio corpo nello spazio e migliora la coordinazione neuromotoria>>.

slideshow-kids-960x380Foto: h2okidszone.org

Le discipline sportive collettive (calcio, pallavolo, pallacanestro, pallanuoto, rugby, pallamano e hockey) sono in genere apprezzate dai bambini sopra i 7 anni poiché coniugano impegno atletico, aspetto ludico e spirito di squadra. Collaborare tutti assieme per raggiungere il risultato, è un messaggio che viene codificato a partire da questa fascia di età e non prima. Gli sport individuali (ginnastica, sci, nuoto, ciclismo, canottaggio, scherma, arti marziali, eccetera) richiedono la capacità di resistere alla fatica, la capacità di concentrazione, il senso di responsabilità.

Kids-Mini-Water-Polo-Eager-Beaver-Swim-School-199x300Foto: eagerbeaverswimschool.com

Oltre i 9-10 anni ci si può accostare anche a discipline più specializzate, che richiedono anche il contemporaneo utilizzo di un attrezzo, come avviene ad esempio nella scherma, nel tennis e nel tiro con l’arco. Nel caso di sport che sollecitino in modo particolare la schiena (ad esempio la danza e la ginnastica artistica) è utile abbinare una pratica in grado di ‘compensare’ e ridistribuire l’impegno.

<<Un passaggio fondamentale – spiega Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – è quello della certificazione medico-sportiva. Abbiamo una legge molto efficace, integrata da regolamenti regionali, che oltre al medico dello Sport, assegna anche al pediatra di famiglia e al medico di base (sempre con costi contenuti) il compito di rilasciare il certificato non agonistico. E’ invece compito esclusivo del medico dello sport rilasciare la certificazione agonistica. Perseguire uno stile di vita corretto attraverso l’attività sportiva – continua – è considerato un obiettivo così importante, che in numerose Regioni tutti i test a pagamento previsti per il rilascio della certificazione agonistica sono esenti dal ticket fino ai 18 anni>>.

L’ospedale Bambino Gesù ha predisposto da tempo una struttura di Medicina dello sport dedicata alla valutazione funzionale e alla certificazione medico-sportiva di piccoli pazienti affetti da varie patologie croniche quali, ad esempio, cardiopatie congenite operate e non operate, malattie oncologiche, renali, polmonari o neuromuscolari. <<In questo modo – sottolinea Turchetta – si permette ad oltre l’80% dei bambini con malattia cronica di praticare un’attività fisica che può essere anche parte del piano terapeutico>>.

Non c’è uno sport specifico da consigliare ad un bambino affetto da malattia cronica: <<si cerca di seguire le inclinazioni e le aspirazioni del bambino evitando quelle che possano essere le attività pericolose in rapporto alla malattia. Per esempio: un bambino portatore di pace-maker dovrà evitare gli sport di contatto (tuffi, arti marziali, rugby ecc.) così da non rischiare eventuali traumi sul dispositivo. Potrà invece praticare in sicurezza il tennis, sport nel quale gli atleti sono separati da una rete e non si prevedono contatti fisici>>.

Fonte: Adnkronos News


Obiettivo pancia piatta. Ecco qualche consiglio

Vestiti che vanno stretti, gonfiore che da la senzione di essere al quinto mese di gravidanza, necessità di sbottonare il pantalone dopo i pasti oppure i maledetti chili di troppo accumulati sul girovita. Sognate una pancia piatta come le migliori topo model ma davanti allo specchio vedete invece una malinconica tartaruga girata all’inverso? Avete provato  tutte le diete possibili e immaginabili ma la pancetta proprio non vuole saperne di andar via? Forse non avete fatto tutto il necessario per sostituire i rotolini di troppo con un ventre piatto, tonico e asciutto.
10-day-diet-plan-for-flat-bellyFoto: womanonline.co.za

Le diete e le restrizioni non sono le sole risposte per avere una pancia piatta, al contrario bisogna associare il giusto regime alimentare con l’attività fisica e a un’attenta cura per il proprio corpo. Scoprite con noi l’abc semplice e veloce per appiattire il vostro ventre con dei piccoli accorgimenti quotidiani.

 alimentazione corretta

Un’alimentazione corretta permette di evitare i gonfiori e la formazione di cuscinetti adiposi.
Healthy-FoodsFoto: thinkprogress.org
  • Assumete carni magre, pollame e pesce (preferibilmente alla griglia o al vapore), i cereali completi in quantità limitate, le verdure a foglia verde, i tuberi (carote, ravanelli), i cavoli, i porri, la frutta fresca, acqua e tisane drenanti.
  • Evitate le salsine, le fritture, i latticini (latte, yogurt, panna), il pane bianco, le bevande gassate, i succhi di frutta, i legumi, le gomme da masticare, le caramelle, i dolci, le merendine, la pasta, il riso e la semola.
  • Mangiate sempre ad orari regolari, sedute e con tranquillità. Sarebbe opportuno prediligere i cibi cotti a quelli crudi, usare poco sale, evitare le offerte del tipo “panino-bevanda-dessert” e non spizzicare tra i pasti.

Fare movimento nel modo giusto

L’esercizio fisico è essenziale per avere la pancia piatta: permette di bruciare calorie quindi sciogliere i grassi in determinati punti, scolpendo la fascia addominale e migliorando la postura, e provoca un massaggio naturale agli organi digestivi, favorendo l’assimilazione e l’eliminazione dei cibi.
  • Praticate sport di resistenza quali jogging, nuoto, bici, power circuit in acqua. Queste sono tutte attività aerobiche: dopo circa 40 minuti di pratica ad andatura  moderata, l’organismo attinge energia dalle riserve di grasso corporeo. Praticate 2 -3 volte alla settimana, a lungo termine, queste attività sono un’arma efficace contro le cosidette maniglie dell’amore. swimming1Foto:cerrawater.com
  • Fate gli addominali: avere il ventre piatto vuol dire anche avere addominali tonici e sodi. Per ottenerli, dovreste fare degli esercizi che sollecitino i muscoli addominali, al fine di allungarli e tonificarli.  0502_bicycle_crunchFoto:womenshealthmag.com
  • Lavora sul tuo portamento praticando regolarmente delle attività quali il pilates e l’acquafitness cercando di tenervi sempre dritte (con delle posture sbagliate, sia da sedute sia in piedi, si favorisce il rilassamento addominale).

Le piante utili

Ci sono molti integratori alimentari (capsule, tisane, compresse) che possono aiutare ad ottenere un ventre piatto. Anche molte piante comunemente usate in cucina possono risultare utili per combattere:
  • il senso di gonfiore (carbone vegetale, argilla bianca, cumino, finocchio);
  • la cattiva digestione (carciofo, fumaria, radice nera);
  • la costipazione (fave di fuca, semi di lino).