Monthly Archives: luglio 2014

L’elisir di lunga vita? 5 porzioni di frutta al dì

Per vivere di più bastano 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. E’ quanto afferma uno studio pubblicato sul prestigioso British Medical Journal.

L’analisi condotta dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (Usa), coordinati dal professor Frank Hu, ha preso in esame 16 studi condotti negli Usa, in Asia e in Europa. Gli studi hanno coinvolto in totale oltre 800mila persone, di cui 56mila sono morte durante il periodo di follow up. L’analisi ha permesso così di scoprire che consumare frutta e verdura ogni giorno riduceva in media il rischio di morte prematura per tutte le cause, con un aumento del 5% per ogni porzione aggiunta: partendo da una per arrivare a cinque. Ma dopo essere arrivati a cinque, ogni porzione in più non aveva alcun ulteriore effetto. Per cui, cinque dovrebbero bastare.

image001Foto: med-health.net

«Questa analisi fornisce un’ulteriore prova che un maggior consumo di frutta e verdura è associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause, in particolare la mortalità cardiovascolare – hanno scritto i ricercatori – C’era una soglia di circa cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, dopo di che il rischio di mortalità per tutte le cause non si riduce ulteriormente».

In definitiva, se vogliamo metterci al riparo dalle malattie e vivere più a lungo, basta muoversi almeno 5 minuti al giorno e poi consumare 5 porzioni di frutta e verdura.

Fonte: La Stampa


Scopri sui social la prevenzione delle malattie reumatiche

È con l’hashtag #iovoglioguardareilsole che APMAR, l’Associazione Persone con Malattie Reumatiche, lancia sui social (Facebook, Twitter, Instgram) la campagna finalizzata a far conoscere a più persone possibili la Spondilite anchilosante, detta anche SpA: la malattia che, appunto, non consente di guardare il cielo. <<Si tratta di una delle malattie reumatiche più invalidanti che costringe, chi ne è affetto, ad una posizione del corpo che rende difficoltoso, o impossibile, guardare il cielo>> – spiega Antonella Celano, presidente APMAR.

La prevenzione e l’intercettazione dei primi sintomi della malattia, può consentire una cura efficace e le associazioni dei pazienti, assieme ai centri specializzati, possono fornire utili strumenti per affrontare questa malattia che coinvolge tanto gli adulti quanto i bambini. APMAR invita tutti ad esprimere la propria visione – qualunque essa sia – delle malattie reumatiche attraverso la fotografia: immagini, anche metaforiche, delle malattie reumatiche. Una personale interpretazione delle malattie, delle sue manifestazioni e dei significati esistenziali affettivi e sociali.

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Ogni partecipante potrà condividere fino a un massimo di 5 fotografie con l’hashtag ufficiale #iovoglioguardareilsole.

Una giuria valuterà tutte le foto proposte e sceglierà la più rappresentativa. L’immagine selezionata sarà utilizzata da A.P.Ma.R. per la prossima campagna di sensibilizzazione. Le foto saranno presentate in occasione dello Spa Day che si svolgerà il prossimo 6 settembre.

Il regolamento completo è disponibile sul sito e sulle pagine Facebook, Twitter e Instagram di A.P.Ma.R. (www.apmar.it).

Fonte: A.P.Ma.R.


Record italiano di apnea. Zuccari arriva a -175 mt di profondità

Tre minuti e 13 secondi in apnea. E’ quel che è servito all’apneista romano Andrea Zuccari, 39 anni,  a raggiungere i 175 metri di profondità e tornare in superficie. L’impresa, che equivale al nuovo record italiano “no limits”, è stata compiuta lo scorso 26 luglio nelle acque di Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso. Zuccari, in realtà, ha toccato quota -177,2 metri, ma i giudici hanno omologato la misura che Andrea aveva annunciato prima del tentativo. Anche così comunque il primato è stato sgretolato. Il precedente gli apparteneva con -155 dal 24 gennaio 2013, quando rimanendo in immersione per 2 minuti e 54 secondi, superò l’annoso limite (-150) fissato da Umberto Pelizzari il 24 ottobre 1999 a Portofino.

zuccari-sharmFoto: ilovepescasub.com

Nell’apnea “no limits”, l’atleta ha facoltà di scegliere il modo per scendere e risalire in superficie. Normalmente si tuffa con una zavorra senza limiti di peso (“slitta”) fissata a un cavo, per poi risalire con l’ausilio di un pallone gonfiabile.

Fonte: Corriere Dello Sport


Salute. Piscine sicure per la pelle

Che sia estate o inverno, per prendere il sole o per una nuotata, è sempre piacevole frequentare la piscina. A far desistere le donne è però il fattore cloro: presente nell’acqua come disinfettante, in molte si chiedono se possa far male alla pelle.

facebook-we-re-like-a-swimming-pool-e3aa4f4cefFoto: mashable.com

Secondo uno studio clinico del professor Antonino Di Pietro, Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, eseguito recentemente su 100 persone dai 14 ai 60 anni abituali frequentatori di piscine (almeno due giorni alla settimana per tre mesi), solo il 2% ha riscontrato un leggero aumento della secchezza cutanea. Il restante 98% ha mantenuto una buona idratazione ed elasticità della pelle. Un dato curioso è l’aver osservato un lieve miglioramento delle macchie cutanee legato al potere sbiancante del cloro.

MTMyMDIxNTU1NDM0NjVfMQFoto: research.fuseink.com

La quantità di cloro prevista nelle piscine come disinfettante, secondo quanto disposto dal Ministero della Salute, non crea alcun danno per il nostro organismo. <<Solo rarissimamente, può comportare rischi per la pelle, visibili nei casi di ipersensibilità cutanea – chiosa il dermatologo -. In ogni caso, una doccia di acqua dolce dopo un bagno in piscina è più che sufficiente a evitare irritazioni. Le piccole quantità di cloro presenti nelle acque della piscina, non solo sono innocue ma possono avere un’azione disinfettante sulla cute prevenendo la formazione di infezioni da batteri, funghi e virus. Difatti, il virus delle verruche non si trova mai nelle acque della piscina, perché non in grado di sopravvivere, ma solo in spogliatoi e docce dove si sviluppa sui pavimenti umidi. Per evitare questo tipo di contagi è bene indossare sempre le ciabatte di gomma>> – specifica lo specialista.

<<Il cloro non fa male alla pelle – assicura Antonino Di Pietro – si tratta di un elemento chimico presente in grande quantità in natura, soprattutto sotto forma di cloruro di sodio, che è il nome chimico del comune sale da cucina. Anche molti alimenti lo contengono: farina di segale, olive mature, datteri, frumento integrale, fagiolini, mandorle, noci, ciliegie, pere, arance, castagne, pesche, albicocche. Inoltre, il cloro rappresenta la maggior parte dei sali presenti nei mari e negli oceani, circa il 2% della massa totale delle acque marine. Nelle piscine si usa perché ha importanti proprietà disinfettanti, soprattutto per batteri, funghi e virus>> –  conclude lo specialista non prima di sottolineare i benefici delle nuotate in piscina: <<fare un bagno in una piscina in regola secondo le norme vigenti, non solo aiuta l’apparato muscolare e scheletrico a restare in forma, ma può essere utile per il benessere della pelle e per la sua bellezza>> – conclude lo specialista.

SwimmingFoto: rockyfordcolo.com

Fonte: Più Sani Più Belli Magazine


Prevenzione osteoporosi. Bastano 20 minuti di sole

La SIOMMMS (Società italiana Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) invita gli italiani ad esporsi, con le dovute cautele e protezioni, ai raggi solari perché stimolano nell’organismo la produzione di vitamina D, necessaria per mantenere in buona salute le ossa e tutto l’organismo anche per la stagione invernale.

Esponendosi ai raggi solari per 20 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana, scoprendo almeno le braccia, il viso e le gambe e assumendo alimenti come olio di fegato di merluzzo (10.000 UI per 100 gr.), sgombro sotto sale (1.006 UI per 100 gr.), anguilla (932) e salmone affumicato (685) è possibile ottenere una riduzione sensibile del rischio di fratture dato dalla fragilità ossea.

Get-Rid-of-Tanned-SkinFoto: suntan.com

Proteggersi troppo con le creme solari e stare molto in casa senza esporsi al sole, riduce l’assorbimento della vitamina D. Sembra, infatti, che il 70 per cento della popolazione italiana sia sotto i livelli minimi di vitamina D nel sangue. La carenza di vitamina D è legata a tutta una serie di disturbi, tra cui perfino il rischio di sviluppare una forma di schizofrenia. Questa carenza è tuttavia associata in particolare ai problemi di natura osseo-scheletrica. E’ un tipo di vitamina che si può assumere tramite l’alimentazione, ma che per essere sintetizzata ha bisogno della luce naturale, ossia quella del sole.

Approfittiamo dunque delle belle giornate estive per fare delle passeggiate nelle ore in cui il sole non è molto caldo, curiamo l’alimentazione e ci ritroveremo ossa più sani e più forti.

Fonte: SIOMMMS


Via libera all’attività fisica per la cura delle malattie croniche

Colpiscono un italiano su tre e costano al Servizio Sanitario Nazionale circa 60 miliardi l’anno. Stiamo parlando delle malattie croniche, un’emergenza sociale ed economica che può compromettere la produttività delle aziende e la qualità della vita delle persone. Le cause sono note: alimentazione scorretta e stili di vita errati, in primo luogo quelli sedentari. La soluzione? Passa da un’attività alla portata di tutti tutti: l’esercizio fisico. Che però dev’essere sicuro e controllato.

Sono questi i temi affrontati dal progetto “Movimento per la Salute” organizzato presso il Senato della Repubblica e promosso da ANIF (Associazione Nazionale Impianti per il Fitness e per lo Sport), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e Movimento per la Salute.

bigstock_Gym_Fitness_Healthy_Lifestyl_10631033_t750x550Foto:idahoseniorindependent.com

Technogym invece patrocina l’evento in collaborazione con “Il ritratto della Salute”. <<Siamo orgogliosi di dare il nostro appoggio e sostegno a questo progetto – sottolinea il dott. Claudio Cricelli, Presidente di SIMG –, innanzitutto perché ci vede coinvolti in prima linea, in secondo luogo perché come medici di famiglia stiamo cercando di diffondere lo stesso concetto di prescrizione dell’attività fisica come un vero e proprio farmaco, da assumere in maniera sicura e controllata.>>

<<… Il medico di medicina generale ha un ruolo determinante nel promuovere l’attività fisica con i suoi pazienti – aggiunge Cricelli –, ma uno dei problemi da affrontare riguarda proprio la sua formazione su queste tematiche.>>

I risultati di uno stile di vita corretto, che comprende semplici precauzioni come mangiare correttamente, non fumare, bere con moderazione e muoversi il più possibile, possono trasformarsi in “farmaco naturale” e non invasivo capace di combattere piccoli e grandi problemi di salute. Un concetto che Technogym promuove da tempo.

AquaFit3 SlideshowFoto: bayvenues.co.nz

<<Da oltre 20 anni Technogym promuove in tutto il mondo il concetto di wellness come opportunità sociale ed economica per governi, imprese e cittadini – chiosa Nerio Alessandri, presidente e fondatore di Technogym -.  Il wellness è uno stile di vita profondamente italiano che affonda le proprie radici nel “mens sana in corpore sano” dei romani e si basa su regolare attività, sana alimentazione e approccio mentale positivo. Il wellness rappresenta una grande risorsa per il nostro Paese che, mettendo a sistema tutti gli elementi distintivi della qualità della vita italiana come il design, l’arte, la cultura, l’alimentazione e il patrimonio paesaggistico, può diventare il primo produttore di benessere al mondo con un beneficio interno in termini di salute della popolazione e un beneficio esterno in termini di flussi turistici e di maggior valore aggiunto per i nostri prodotti.>>


Sandboarding: l’ultima mania sportiva made in U.S.A.

Lanciarsi dalla cima delle dune, prevalentemente nelle zone desertiche o costiere dotate di ampie spiagge sabbiose, in equilibrio su una tavola da surf. Arriva dalle spiagge della California (figuriamoci e da dove poteva mai arrivare uno sport così se non dagli States…) e si chiama Sandborading, la nuova mania sportiva che ha contagiato anche l’Australia, il Perù e il Sudafrica.

618_348_sandboarding-in-coloradoFoto: mensjournal.com

E l’Italia? Ebbene sì è arrivata anche nel Bel Paese, precisamente a Porto Pino (Sardegna), unica location italiana (per il momento). L’arrivo dell’estate coincide spesso con la voglia di fare sport all’aperto perché aiuta a liberare le endorfine, rendendoci semplicemente più felici. Al di là del tipo di sport che si intende praticare, l’idea di “vacanza attiva”, che attira anche i più pigri, sta dilagando lungo tutta la penisola: dall’allenamento CrossFit (serie di esercizi ripetuti che puntano su tre aspetti fondamentali dell’esercizio fisico: il sollevamento pesi, la ginnastica e il cardiotraining) al lido Sabbiadoro di Monopoli (Puglia), ai Riviera Beach Games (110 km per praticare Nordic Walking) lungo le spiagge della Romagna, ai “Dansyng” (il mix di varie danze) al Resort Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena.

rig-300x223Foto: crossfithc.it

Allenarsi all’aria aperta è senz’altro positivo: vi è più ossigeno, soprattutto in riva al mare, e la produzione di vitamina D viene stimolata dalla luce solare. Non è necessario lanciarsi in attività agonistiche, basta anche una passeggiata in riva al mare, una corsetta sulla sabbia (ma non scalzi!!) o una partita di beach volley, l’importante è godersi la giornata facendo un po’ di movimento.

E, per evitare infortuni, ricordatevi di fare sempre riscaldamento prima di qualsiasi tipo di attività e stretching alla fine.

 

Signs and symptomsFoto: ergonomics.ucr.edu

Fonte: Vanity Fair


Running col pancione? Si ma non per tutte…

Correre gli 800 metri all’ottavo mese di gravidanza. La prima a farlo è stata la campionessa Alysia Montano, partecipando ai campionati di atletica in California in 2 minuti e 32 secondi. Una scelta ben ponderata, e soprattutto rischiosa: ma è sempre così?

rs_560x415-140627103610-1024.3Alysia-Montano-pregnant-runner.ls.62714Foto: eonline.com

Nel caso della 28enne Alysia i problemi non ci sono stati: oltre ad essere allenata, la giovane è sempre stata seguita sia dal suo medico,  sia dal suo preparatore atletico. Vediamo, però, se è positivo fare running durante la gravidanza. In realtà, c’è il via libera a chi corre già due volte alla settimana: il corpo è allenato, ma bisogna limitare gli sforzi e l’intensità degli allenamenti. Già, perchè in gravidanza, la disponibilità di ossigeno è più ridotta, dato che una parte viene reindirizzata al feto.

wpid-Capture116Foto: spyghana.com

L’ideale è fare un piccolo test: provate  a parlare mentre correte. Se vi viene il fiatone, allora è il caso di rallentare il ritmo e alleggerire il carico.

Se, al contrario, non siete grandi esperte di running, non vi conviene certo iniziare con il pancione! Se volete tenervi lo stesso in allenamento, provate con la marcia: non è pericolosa e riduce il rischio di vedere sviluppate alcune patologie, quali il diabete gestazionale, oppure la depressione post partum.

Infine il semaforo diventa completamente rosso nel caso in cui vi siano impedimenti di tipo fisico, e che possano mettere a repentaglio la vita del vostro bambino o la vostra. I casi più frequenti potrebbero essere il collo dell’utero poco tonico, la placenta previa oppure una minaccia di aborto.

In questi ultimi casi, è consigliato stare a riposo: avrete tutto il tempo di correre. Dopo aver partorito, si intende!

Ogni modo per tutti i nove mesi è utile rinforzare il pavimento pelvico, cioè i muscoli che sostengono il feto. Una delle attività consigliabili è il pilates che dà anche sollievo alla schiena e migliora la circolazione linfatica. Unica avvertenza: praticarlo alla fine del primo trimestre e continuarlo nella fase post partum!

Fonte: http://alysiamontano.blogspot.it/ e Starbene


Ernia del disco. Come intervenire quando non è necessaria la chirurgia

L’ernia del disco è una deformazione del disco intervetebrale, ossia l’Disco intervertebraleammortizzatore naturale, interposto tra una vertebra e l’altra, con lo scopo di attenuare le pressioni sviluppate durante i movimenti, ad esempio mentre si salta, si corre o si subiscono scossoni sul sedile dell’auto. Ve ne sono di tre tipi: l’ernia cervicale, la dorsale e la lombare, ma quali sono i sintomi? Mal di schiena, mal di collo o dolori alla gamba. L’ernia, infatti, comprime i nervi che fuoriescono dalle vertebre, ma per fortuna nella grande maggioranza dei casi si riparano da sole senza ricorrere al bisturi. Come si cura quando non è necessaria la chirurgia? Qui di seguito elenchiamo le terapie più efficaci a cui sottoporsi (associandole chiaramente alla cura farmacologica più idonea).

BackLargeInjury Foto: thermoskin.co.uk

ERNIA LOMBARE

Rappresenta circa l’80% di tutte le tipologie di ernia e consiste in una rottura o uno sfiancamento dell’anello fibroso del disco nelle vertebre L4-L5 (segmenti lombari 4 e 5) o L5-S1 (segmento lombare 5 e segmento sacrale 1) e conseguente fuoriuscita del nucleo polposo, che va a comprimere il nervo spinale, causando dolore agli arti inferiori. Inoltre le vertebre lombari sono quelle che più risentono di posture viziate assunte alla guida e al lavoro.

herniatet-disc-01-6c-1Foto:en.quiropracticagirona.com

SINTOMI: iniziano in genere con il cosiddetto “colpo della strega” (lombalgia acuta con sciatalgia); quando il nucleo polposo preme sull’anello esterno, si prova dolore, rigidità e crampi alla parte bassa della schiena. Quando l’ernia viene esplusa, il dolore diventa più intenso associandosi a formicolii ai piedi. Spesso il male si irradia all’inguine e alla parte interna della coscia corrispondente al disco erniato. La parte del disco fuoriuscita finisce col premere sulla radice del nervo sciatico, che parte dai forami delle vertebre lombari e innerva tutta la gamba. La lombosciatalgia impedisce al soggetto di camminare, bloccandolo anche a letto per giorni.

herniated_disc-1Foto: personalizedchiropractic.com

TERAPIA: sarebbe innanzitutto opportuno riposare per qualche giorno e ricorrere a farmaci antinfiammatori. Alla cura farmacologica va associato un corretto intervento fisioterapico che in un primo momento, e nella fase un po’ più acuta, sarà caratterizzato dall’utilizzo di TENS, TECARTERAPIA e mobilizzazione passiva del tratto lombare con esercizi di STRETCHING e TRAZIONE VERTEBRALE per dare la possibilità alla muscolatura lombare di distendersi e allungarsi al meglio, in modo tale da alleviare tutti quei dolori causa dello stato di contrattura presente a livello del sistema muscolare lombare. Importante il lavoro di decompressione vertebrale perché le vertebre lombari sono quelle che soffrono più di tutte in quanto devono sostenere la maggior parte del carico che il busto esercita. In un secondo momento, quando la muscolatura avrà smaltito lo stato di contrattura antalgica, sarebbe opportuno impostare un lavoro di RINFORZO MUSCOLARE per creare una muscolatura molto più forte in maniera tale da garantire una migliore stabilizzazione di tutti i metameri vertebrali a livello lombare per far sì che il problema non si ripresenti.

ERNIA CERVICALE

Meno frequente di quella lombare, è spesso l’esito di un trauma come “il colpo di frusta” da tamponamento. Sovente questo disturbo delle colonna estremamente fastidioso, viene sottovalutato perché i sintomi si confondono con quelli dell’artrosi cervicale (o cervicalgia), a sua volta originata da un deterioramento fisiologico dei dischi vertebrali. Nell’ernia, però, i dischi non sono consumati, ma “schiacciati“, con fuoriuscita della parte morbida, interna, fuori dalla colonna.

imagesFoto: billtontzjrmd.com

SINTOMI: il dolore al collo è sicuramente il primo campanello di allarme, tuttavia questo tipo di dolore è spesso accompagnato da mal di testa, nausea, capogiri, senso di stordimento, difficoltà a ruotare la testa e a sollevare il mento e a volte, quando il dolore è molto acuto, può irradiarsi fino al braccio provocando formicolii.

cervical-radiculopathyFoto:herniateddiscnyc.wordpress.com

TERAPIA: in prima battutta l’ernia cervicale va curata con farmaci antinfiammatori per alleviare il dolore e antiemetici per attenuare il senso di nausea. Alla cura farmacologica va associato un corretto intervento fisioterapico che in un primo momento, e nella fase un po’ più acuta, sarà caratterizzato dall’utilizzo di TENS, TECARTERAPIA e mobilizzazione passiva del tratto lombare con esercizi di STRETCHING e TRAZIONE VERTEBRALE per dare la possibilità alla muscolatura del collo di distendersi e allungarsi al meglio, in modo tale da alleviare tutti quei dolori causa dello stato di contrattura presente a livello del sistema muscolare cervicale. In un secondo momento, quando la muscolatura avrà smaltito lo stato di contrattura antalgica, sarebbe opportuno impostare un lavoro di RINFORZO MUSCOLARE per creare una muscolatura molto più forte in maniera tale da garantire una migliore stabilizzazione di tutti i metameri vertebrali a livello cervicale per far sì che il problema non si ripresenti.

ERNIA DORSALE

E’ meno frequente rispetto alle altre due, e raramente manifesta sintomi o problemi, dovuti alla compressione discale in questo tratto del rachide. Provoca un dolore “a cintura” che si localizza nella parte mediana della schiena, ma la maggior parte delle volte non provoca alcun disturbo. Infatti il disco e le radici nervose, a livello dorsale, vengono poco in contatto e il nucleo polposo espulso spesso non le comprime.

protruzia3Foto: dikul.net   images Foto: e-algos.com

TERAPIA: in caso di dolore sarebbe opportuno prendere qualche farmaco antinfiammatorio per alleviare il dolore. Alla cura farmacologica va associato un corretto intervento fisioterapico che in un primo momento, e nella fase un po’ più acuta, sarà caratterizzato dall’utilizzo di TENS, TECARTERAPIA e mobilizzazione passiva del tratto dorsale con esercizi di STRETCHING e TRAZIONE VERTEBRALE per dare la possibilità alla muscolatura dorsale di distendersi e allungarsi al meglio, in modo tale da alleviare tutti quei dolori causa dello stato di contrattura presente a livello del sistema muscolare dorsale. In un secondo momento, quando la muscolatura avrà smaltito lo stato di contrattura antalgica, sarebbe opportuno impostare un lavoro di RINFORZO MUSCOLARE per creare una muscolatura molto più forte in maniera tale da garantire una migliore stabilizzazione di tutti i metameri vertebrali a livello dorsale per cercare di ripristinare un eventuale dorso curvo, spesso causa della formazione di ernie del disco dorsali e per far sì che il problema non si ripresenti.

Nella cura farmacologica dei tre tipi di ernia (cervicale, dorsale e lombare) va inserito l’utilizzo di L-acetilcarnitina e del complesso vitaminico B1, B6 e specialmente B12 in quanto sostanze rigeneranti della guaina del nervo e con un forte effetto antinevritico: tendono ad alleviare il fastidioso effetto di formicolio dato dall’irritazione della radice del nervo a causa della compressione che il disco erniato genera su di essa.

Questo articolo è il risultato di una raccolta di informazioni reperite sia in rete, sia su riviste di salute sul tema del problema dell’ernia del disco. Il contenuto del suddetto non è stato redatto da personale medico, né vagliato da alcun ente od organizzazione collegata con il servizio sanitario nazionale.


Tabata training: la nuova frontiera del fitness made in Japan

Il Tabata, detto High Intensity Interval Training (allenamento ad intervalli ad alta intensità ), è un tipo di allenamento che consiste nell’alternare 20 secondi alla massima intensità fisicamente raggiungibile di un determinato esercizio aerobico o anaerobico senza sovraccarico, a 10 secondi di pausa, per un totale di 8 serie consecutive.

10MinHIITDVD-300x400Foto: self.com

Il metodo Tabata è stato ideato nel 1996 dallo scienziato giapponese Izumi Tabata e dal suo team presso il National Institute of Fitness and Sports di Tokyo. Nei suoi studi effettuati su atleti di alto livello il dott. Tabata fece eseguire loro un protocollo per diverse settimane che prevedeva  20’’ di lavoro ad alta intensità aerobica intervallati da 10’’ di recupero, il tutto ripetuto per un totale di 8 sessioni. Numerose ricerche su tale tipologia di allenamento hanno riscontrato benefici sul miglioramento della prestazione cardiovascolare, sul dimagrimento e sugli adattamenti fisiologici, che sono stati giudicati paragonabili, se non superiori, rispetto alla tradizionale attività aerobica a moderata intensità e frequenza cardiaca costante.

Gli intervalli di lavoro di 20 minuti eseguiti alla massima intensità aerobica agiscono esclusivamente sulle fibre bianche veloci e la brevissima durata dell’allenamento non interferisce con i guadagni di massa muscolare. Inoltre il fortissimo debito di ossigeno generato incrementa il metabolismo basale grazie a un consumo d’ossigeno nelle 24 ore post allenamento elevato.

1df186153fd83635_Tabata_Workout_2013_550Foto: fitsugar.com

L’allenamento Tabata è molto utilizzato nelle preparazioni atletiche e per il fitness. Per quest’ultimo vengono spesso effettuate delle varianti rispetto all’originale e utilizzati attrezzi quali i kettlebell o i bilanceri per ottenere un effetto tonificante sui muscoli.

È l’intensità del lavoro fisico a consentire il raggiungimento dei risultati in così breve tempo e, proprio per questo, il Tabata Training è adatto ad atleti esperti o comunque a persone già allenate. Se volete provarci, ma siete principianti, sarebbe meglio iniziare con l‘interval training leggero e gradualmente aumentare livello di intensità.