A quanti di voi capita di fare le ore piccole, tornare a casa affamati e mangiare tutto ciò che si trova in frigo? Oppure di svegliarsi nel bel mezzo della notte, assaliti da un attacco di fame improvviso. Se mangiare di notte è una vostra abitudine, è il momento di dire basta a questo insano uso.
Per mantenersi in forma, preservando anche benessere e salute, occorre non solo mangiar sano ma anche rispettare gli orari in cui ci si dedica al cibo. Questo perché anche gli organi che si occupano della digestione lavorano meglio a certe ore del giorno.
Uno studio realizzato su cavie da laboratorio, condotto da Satchidananda Panda (Salk Institute for Biological Studies) e pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, mostra come i topolini che hanno avuto libero accesso al cibo solo per 8 ore al giorno sono risultati protetti da obesità, diabete, colesterolo alto, anche quando sono stati nutriti con una dieta ricca di grassi.
Mangiare di notte – Come funziona il nostro corpo
Il nostro corpo è progettato per sostenere un digiuno notturno di circa 12 ore ma, negli ultimi 50 anni, l’essere umano ha iniziato a mangiare anche di notte. Inoltre, visti gli impegni sempre più fitti che l’uomo moderno accumula, giorno dopo giorno, si finisce per mangiare a tutte le ore. Questa diventa, così, abitudine deleteria per il benessere, poiché si saltano i pasti, si cena a orario tardo e si va a letto a stomaco pieno.

Foto: shedyourweight.com
Lo studio condotto da Panda mostra come i topi da laboratorio che potevano mangiare solo per 8 ore al giorno sono rimasti più magri e più sani rispetto alle cavie che potevano mangiare in qualunque momento della giornata. Il motivo, spiega lo studioso, è che organi come stomaco e fegato hanno un orologio interno, che produce intervalli di tempo fissi nell’arco dell’intera giornata. Questi cicli metabolici sono di vitale importanza per i processi di scomposizione del colesterolo e la produzione di glucosio e dovrebbero attivarsi quando si mangia, disattivandosi quando si è a digiuno. I cicli metabolici, in sostanza, sincronizzano il nostro orologio biologico con gli impegni assunti quotidianamente nei confronti del cibo, spiegando come lo stesso pasto serale, consumato all’orario sbagliato, finisce per farci ingrassare.